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[TEST] Ostraka: frammenti di vita quotidiana nell’Antico Egitto
Cosa possono raccontarci i frammenti di ceramica con scrittura, ovvero gli ostraka? Per Clementina Caputo, ricercatrice del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano, la risposta va ben oltre il semplice oggetto: nel momento in cui un testo viene apposto su un frammento ceramico, tale coccio diventa un documento, o meglio, un ostrakon. Ogni ostrakon è il risultato di un gesto che è stato voluto e attuato da un individuo in un luogo e in un momento specifici e quindi deve essere considerato come uno strumento di archiviazione della memoria.
Dal deserto egiziano al Louvre, passando per Berlino e New York, il suo percorso ha rivoluzionato lo studio degli ostraka, trasformandoli da semplici supporti scrittori a veri testimoni della vita quotidiana nell’antichità. E ora, grazie alle nuove tecnologie e al gruppo di laboratorio di cui fa parte, ABCLab-Eidolon, diretto dalla Prof.ssa Corinna Rossi, Clementina sta tracciando nuove strade per l’archeologia, dimostrando come il digitale non sostituisca l’esperienza umana, ma la potenzi. In questa intervista ci racconta il suo approccio interdisciplinare e le scoperte più sorprendenti del suo lavoro.